I consumo di bar, ristoranti e alberghi: come risparmiare?

Illuminazione, refrigerazione e condizionamento: come muoversi?

Secondo i rapporti Unioncamere, i consumi di elettricità del settore ristorazione e alberghiero sono aumentati esponenzialmente negli ultimi 15 anni. I clienti chiedono maggiori comfort e sono sempre di più gli esercizi pubblici in cui si rinnova inserendo impianti di condizionamento, spa e cucine ad alta performance che hanno un peso maggiore sui consumi di elettricità. Prendiamo per esempio un piccolo albergo di 24 camere: consumerà circa 120.000 kWh all’anno, arrivando a una spesa annua di elettricità di circa 24.000 euro. Un grande albergo di un centinaio di stanze consumerà invece 750.000 kWh all’anno, raggiungendo un conto finale di 130mila euro per la sola elettricità.

Nel caso di bar e ristoranti, sebbene le dimensioni siano ridotte, ci troviamo in presenza di consumi importanti, che possono incidere molto sulla gestione del locale. Secondo la F.I.P.E., Federazione Italiana Pubblici Esercizi, bar e ristoranti consumano circa 26.000 kWh di elettricità all’anno. I bar più piccoli possono arrivare anche a consumi inferiori, sui 15.000 kWh l’anno, ma che rapportati a dimensioni e servizi sono di solito più pesanti da sostenere rispetto ai consumi maggiori ma con più produttività di un bar gelateria o di un ristorante con almeno cinquanta coperti. Un bar con gelateria e pasticceria di produzione propria, per esempio, raggiunge facilmente i 45.000 kWh all’anno, molti di più dei 15.000 kWh di una pizzeria da asporto ma meno dei 150.000 kWh di un fast food o di un ristorante per banchetti con 300 coperti.

Cosa produce i maggiori consumi elettrici per bar, ristoranti e alberghi?

Sebbene il condizionamento sia una delle voci costose e presenti sia nel settore alberghiero che nella ristorazione, per bar e ristoranti i consumi e i costi maggiori sono da cercare altrove. Per quanto riguarda i ristoranti, i consumi maggiori sono imputabili a lavastoviglie, frigoriferi, celle frigorifere e forni elettrici. Nel caso dei bar invece il consumo maggiore lo richiedono le macchine per espresso e i banconi refrigeranti per gelateria. Di fronte ai consumi di queste apparecchiature, è quasi irrisoria la spesa per l’illuminazione.

Nel caso degli alberghi, invece, il consumo maggiore è determinato dagli impianti di climatizzazione e ricircolo dell’aria, insieme ad ascensori, montacarichi e produzione di acqua calda sanitaria che in molte strutture è ancora appoggiata su una produzione elettrica. I consumi variano però anche in base alle regioni: per esempio nel sud Italia sono maggiori le spese per raffrescamento, con una media di 3.500 kWh annui a camera ogni anno. Nel nord Italia questi valori scendono a 3.500 kWh annui per camera, mentre riscaldamento e acqua calda sanitaria incidono per entrambe le zone per circa 10.000 kWh annui per camera. Al contrario poi di ristoranti e bar, per gli hotel è molto rilevante il consumo legato all’illuminazione, arrivando in alcuni casi al 45% della spesa elettrica.

Come risparmiare sui consumi di elettricità di bar, ristoranti e alberghi?

Secondo l’indagine 2018 di S.I.G.E.P., il Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria e Panificazione artigianali, gran parte dei consumi di bar e ristoranti potrebbero essere migliorati e alleggeriti procedendo a un rinnovo delle attrezzature: sono infatti le apparecchiature più datate a consumare maggiormente. Certamente non sono azioni alla portata di chiunque e si parla di macchinari molto costosi ma negli ultimi anni sono venute in soccorso di ristoratori e albergatori diverse finanziarie. Questi incentivi hanno permesso di abbattere i costi delle nuove attrezzature fino al 65% in caso di concomitante rinnovo delle strutture. In alcuni casi, poi, ci sono incentivi specifici per la sostenibilità ambientale, alcuni sovvenzionati dalla Comunità Europea, a cui si può accedere rivolgendosi alla propria associazione di settore o al settore Attività Produttive della propria Camera di Commercio.

Per gli albergatori, esiste anche il tax credit del turismo, rivolto proprio alla riqualificazione degli alberghi e che copre il 65% delle spese relative all’incremento dell’efficienza energetica, delle attrezzature professionali per la ristorazione e di quelle per i centri benessere interni alle strutture.

Le azioni di maggiore efficacia per il risparmio elettrico in alberghi, ristoranti e bar

  • Installazione di apparecchi di monitoraggio dei consumi: è il primo passo per rendersi conto di cosa consumi maggiormente nella propria struttura e su quali fronti sia meglio agire. Alcuni di questi apparecchi, più avanzati, sono in grado anche di calibrare i consumi nei momenti di minore affluenza.
  • Installazione di scaldacqua a pompa di calore: rispetto al riscaldamento con caldaie elettriche permette un risparmio del 70% di elettricità.
  • Installazione di schermature solari contro il calore estivo: pergolati di legno, graticci e tende da sole a tenuta termica permettono un abbattimento dei costi di condizionamento.
  • Utilizzo di motori elettrici ad alta efficienza, per esempio negli ascensori e montacarichi, che non rendono necessario il cambio dell’intero impianto ma solo del gruppo motore da cui si origina il consumo.
  • Installazione di sensori per lo spegnimento degli impianti di condizionamento in caso di apertura della finestra.
  • Accensione e spegnimento automatico delle luci su presenza, ovvero al passaggio e solo quando necessario.
  • Impianto fotovoltaico: molte strutture come gli alberghi hanno la disponibilità del tetto per posizionare sufficienti pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.
  • Uso di lampade LED: un semplice cambio di lampadine può abbattere la spesa del 15% nei bar e ristoranti e fino al 35% negli alberghi.
  • Isolamento a involucro dell’edificio: in caso di ristrutturazione della facciata, l’aggiunta di un cappotto a tenuta termica può ridurre fino al 20% i consumi di riscaldamento e raffrescamento.
  • Impianto solare termico: in caso non sia possibile l’installazione di un impianto fotovoltaico, si può comunque risparmiare delegando la produzione dell’acqua calda sanitaria a un impianto solare termico sul tetto o in un’area attigua alla struttura.
  • Installazione caldaia a condensazione: per i bar e ristoranti, la produzione di acqua calda e riscaldamento possono abbattere i costi del 30% con il passaggio a una caldaia a condensazione.
  • Scegliere contratti su misura: Un cambiamento di piano tariffario può determinare spesso dei risparmi fino al 16% della spesa annua.
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